domenica 24 febbraio 2013

Cluj-Napoca episodio 2: Nel mezzo del cammin del mio Erasmus

Cluj è davvero una bellissima città. Se mai vi trovaste da quelle parti, consiglio caldamente di visitarla. Non descriverò più di tanto ciò che ho visto. Andando su Wikipedia troverete informazioni e descrizioni molto più dettagliate e precise di quelle che potrei darvi io. E allora, che dire? Dovrei tornare in Italia fra poco più di quattro mesi, e so che mi dispiacerà maledettamente lasciare Iasi e tutti gli amici che ho trovato qui. Ma rivedere Adele, mia amica dell'università di Foggia, mi ha riportato per qualche giorno alla mia vita Italiana, fortunatamente piena di amici fantastici. E quando venerdì mattina è arrivata a Cluj la mia amica torinese (quella della storia della radio), queste due mie vite, che fino ad allora scorrevano parallele, si sono incrociate, ed è stata una strana ma felice sensazione.
Tornando alla cronaca, Cluj ha un centro città molto diverso da quello di Iasi, ed è davvero piacevole passeggiare tra le grandi Cattedrali, il teatro, i palazzi eleganti ben ristrutturati. Una grande sorpresa è stato trovare un “Palazzo di Barbie” anche a Cluj, e i Foggiani sanno a cosa mi riferisco. Altra grande sorpresa è stato venire a conoscenza che lì non si filano quasi per niente il mitico Stefan cel Mare. Cacchio, quel tipo è stato un grande! Come potete non dedicargli almeno una statua nella piazza principale? Per superare questa delusione, Adele mi ha portato in ottimi ristoranti, dove ho dato libero sfogo alla mia famelicità. Per digerire i fieri pasti, abbiamo fatto lunghe camminate nell'innevato giardino botanico e nel parco pubblico, al cui interno si trova l'antico casinò e un lago ghiacciato dove sono abbondate le foto, dato che, in vita mia, non avevo mai visto un lago ghiacciato, c'è sempre una prima volta. Ma, pensandoci bene, questo proverbio è sbagliato. In realtà c'è sempre un'ultima volta, molto meno una prima. Per me non ci sarà mai una prima vittoria in una gara olimpica di sollevamento pesi, così come non riuscirò mai a dire correttamente “Ramarro marrone” per la prima volta. Ma, in questo Erasmus, ci sarà l'ultima volta che mangerò un covrig da Pertu, l'ultima volta che attraverserò col rosso il semaforo di fronte casa fra gli sguardi di rimprovero degli altri pedoni, e l'ultima volta che saluterò amici molto importanti. Proprio a questo pensavo sul treno durante il ritorno a Iasi. Treno dove la presa elettrica funzionava, c'era gente, nessun barbone ha rotto le palle, ed è arrivato a destinazione pure con qualche minuto di anticipo.

Nella foto: al lago ghiacciato con Adele, che saluto caramente, ringrazio per l'ospitalità, e a cui prometto di informarmi su chi sia la cantante Adele.

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