Cluj è davvero una bellissima città.
Se mai vi trovaste da quelle parti, consiglio caldamente di
visitarla. Non descriverò più di tanto ciò che ho visto. Andando
su Wikipedia troverete informazioni e descrizioni molto più
dettagliate e precise di quelle che potrei darvi io. E allora, che
dire? Dovrei tornare in Italia fra poco più di quattro mesi, e so
che mi dispiacerà maledettamente lasciare Iasi e tutti gli amici che
ho trovato qui. Ma rivedere Adele, mia amica dell'università di
Foggia, mi ha riportato per qualche giorno alla mia vita Italiana,
fortunatamente piena di amici fantastici. E quando venerdì mattina è
arrivata a Cluj la mia amica torinese (quella della storia della
radio), queste due mie vite, che fino ad allora scorrevano parallele,
si sono incrociate, ed è stata una strana ma felice sensazione.
Tornando alla cronaca, Cluj ha un
centro città molto diverso da quello di Iasi, ed è davvero
piacevole passeggiare tra le grandi Cattedrali, il teatro, i palazzi
eleganti ben ristrutturati. Una grande sorpresa è stato trovare un
“Palazzo di Barbie” anche a Cluj, e i Foggiani sanno a cosa mi
riferisco. Altra grande sorpresa è stato venire a conoscenza che lì
non si filano quasi per niente il mitico Stefan cel Mare. Cacchio,
quel tipo è stato un grande! Come potete non dedicargli almeno una
statua nella piazza principale? Per superare questa delusione, Adele
mi ha portato in ottimi ristoranti, dove ho dato libero sfogo alla
mia famelicità. Per digerire i fieri pasti, abbiamo fatto lunghe
camminate nell'innevato giardino botanico e nel parco pubblico, al
cui interno si trova l'antico casinò e un lago ghiacciato dove sono
abbondate le foto, dato che, in vita mia, non avevo mai visto un lago
ghiacciato, c'è sempre una prima volta. Ma, pensandoci bene, questo
proverbio è sbagliato. In realtà c'è sempre un'ultima volta, molto
meno una prima. Per me non ci sarà mai una prima vittoria in una
gara olimpica di sollevamento pesi, così come non riuscirò mai a
dire correttamente “Ramarro marrone” per la prima volta. Ma, in
questo Erasmus, ci sarà l'ultima volta che mangerò un covrig da
Pertu, l'ultima volta che attraverserò col rosso il semaforo di
fronte casa fra gli sguardi di rimprovero degli altri pedoni, e
l'ultima volta che saluterò amici molto importanti. Proprio a questo
pensavo sul treno durante il ritorno a Iasi. Treno dove la presa
elettrica funzionava, c'era gente, nessun barbone ha rotto le palle,
ed è arrivato a destinazione pure con qualche minuto di anticipo.
Nella foto: al lago ghiacciato con
Adele, che saluto caramente, ringrazio per l'ospitalità, e a cui
prometto di informarmi su chi sia la cantante Adele.
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