Sono passati tre mesi da quando ho
detto “Arrivederci Iasi”. Da allora il viaggio in Malaysia e gli
impegni universitari e ospedalieri hanno un po' offuscato i
tantissimi ricordi dell'Erasmus. Qualche giorno fa ho ordinato tutti
gli scontrini delle spese fatte a Iasi per avere un piccolo rimborso dall'università. Leggere quel mucchio di scontrini è stato
come aprire un vaso di Pandora. Solo che, al posto dei mali del
mondo, attorno a me si sono palesati concreti tutti i ricordi del mio
fantastico anno Rumeno.
Il primo scontrino è già da record:
quasi un metro di lunghezza, dell'Auchan, dove sono segnate tutte le
cose che io e la coinquilina francese comprammo non appena scelta la
casa. Dai tegami al piumone, dallo stendino ai vari sughi pronti
Barilla e pasta Divella. E poi gli scontrini dell'emporio sotto casa
con il celeberrimo piede di porco, usato per spostare la lavatrice
nella famosa notte delle bestemmie di Halloween, e con le economiche
magliette gialle che sono state la mia divisa casalinga. E poi tutti
gli scontrini della copisteria PIM, quasi tutti registrati dopo l'una
di notte, visto che solo a quell'ora si poteva evitare la folla
immensa del giorno, che vanno dalle prime slide di Pneumologia a
tutte le foto, soprattutto del viaggio a Roma, che con Jovy abbiamo
portato a stampare l'ultima notte di Erasmus. E come non nominare gli
scontrini del salvifico Petru con i suoi covrigi, del giardino
botanico, del museo di storia naturale, del maxitaxi del famoso
viaggio in solitaria a Vaslui, della cena al Mamma Mia con le ali di
pollo sbrodolone. E poi gli scontrini dei regali di Natale da portare
ai miei amici di Foggia, quello del computer che ho comprato di corsa
perché, due giorni prima di un esame per cui era indispensabile
studiare al computer, il mio vecchio Samsung decise di esalare il suo
ultimo respiro. E gli scontrini del Curtea – Timisoreana con la sua
ottima focaccia mangiata insieme ai miei cari amici, e di tutti i
ristoranti, dalle cene al tredicesimo piano all'irrinunciabile KFC,
dal ristorante arabo al McDonald alle due di notte. E come non
dimenticare quello del Carrefour dove, con Jovy, vedemmo il tipo più
strano di tutta la Romania: circa trent'anni, accompagnato da due
appariscenti ragazze, folta barba e capelli molto curati, bomberino
rosso (nonostante fosse fine Giugno) appartenuto forse alla sorellina
di otto anni, visto che gli andava praticamente a maniche corte e gli
arrivava poco sopra l'ombelico, lasciando scoperto uno ampio strato
di pancia pelosa. Pantaloncino corto tipo jeans e mocassini neri
completavano, per dirla alla Latina, l' horribile visu. Certo, ho
trovato anche i non felici scontrini delle farmacie e di qualche
ristornate dove ero andato da solo in un momento di sconforto. Ma
ormai i brutti ricordi, anche se ci sono ancora, si confondono e
svaniscono nel vortice di bei ricordi in cui ora mi adagio
nostalgico. E ancora una volta ripeto che l'Erasmus è stata di
sicuro l'esperienza migliore che abbia mai fatto. L'ultimo scontrino
è quello di Praktiker, l'equivalente rumeno di Brico. Qui comprammo
gli scatoloni dove stipare tutta la roba di Jovy in attesa del
trasloco alla nuova casa. Chiudere quelli scatoloni fu chiudere un
grosso capitolo ma allo stesso tempo aprirne un altro. E fra poco
sarò di nuovo a Iasi, e ritroverò il mio scatolone dove ho lasciato
un po' di roba (fra cui il mio inseparabile amico martello). E sarò
contentissimo, lo sono già da ora, di tornare nella bella Iasi e
riabbracciare Jovy e salutare tutti gli amici. Non vedo l'ora. Il mio
unico rammarico è che, questa volta, l'università non mi rimborserà
gli scontrini!
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