venerdì 4 ottobre 2013

Uno scontrino non è un semplice pezzo di carta

Sono passati tre mesi da quando ho detto “Arrivederci Iasi”. Da allora il viaggio in Malaysia e gli impegni universitari e ospedalieri hanno un po' offuscato i tantissimi ricordi dell'Erasmus. Qualche giorno fa ho ordinato tutti gli scontrini delle spese fatte a Iasi per avere un piccolo rimborso dall'università. Leggere quel mucchio di scontrini è stato come aprire un vaso di Pandora. Solo che, al posto dei mali del mondo, attorno a me si sono palesati concreti tutti i ricordi del mio fantastico anno Rumeno.
Il primo scontrino è già da record: quasi un metro di lunghezza, dell'Auchan, dove sono segnate tutte le cose che io e la coinquilina francese comprammo non appena scelta la casa. Dai tegami al piumone, dallo stendino ai vari sughi pronti Barilla e pasta Divella. E poi gli scontrini dell'emporio sotto casa con il celeberrimo piede di porco, usato per spostare la lavatrice nella famosa notte delle bestemmie di Halloween, e con le economiche magliette gialle che sono state la mia divisa casalinga. E poi tutti gli scontrini della copisteria PIM, quasi tutti registrati dopo l'una di notte, visto che solo a quell'ora si poteva evitare la folla immensa del giorno, che vanno dalle prime slide di Pneumologia a tutte le foto, soprattutto del viaggio a Roma, che con Jovy abbiamo portato a stampare l'ultima notte di Erasmus. E come non nominare gli scontrini del salvifico Petru con i suoi covrigi, del giardino botanico, del museo di storia naturale, del maxitaxi del famoso viaggio in solitaria a Vaslui, della cena al Mamma Mia con le ali di pollo sbrodolone. E poi gli scontrini dei regali di Natale da portare ai miei amici di Foggia, quello del computer che ho comprato di corsa perché, due giorni prima di un esame per cui era indispensabile studiare al computer, il mio vecchio Samsung decise di esalare il suo ultimo respiro. E gli scontrini del Curtea – Timisoreana con la sua ottima focaccia mangiata insieme ai miei cari amici, e di tutti i ristoranti, dalle cene al tredicesimo piano all'irrinunciabile KFC, dal ristorante arabo al McDonald alle due di notte. E come non dimenticare quello del Carrefour dove, con Jovy, vedemmo il tipo più strano di tutta la Romania: circa trent'anni, accompagnato da due appariscenti ragazze, folta barba e capelli molto curati, bomberino rosso (nonostante fosse fine Giugno) appartenuto forse alla sorellina di otto anni, visto che gli andava praticamente a maniche corte e gli arrivava poco sopra l'ombelico, lasciando scoperto uno ampio strato di pancia pelosa. Pantaloncino corto tipo jeans e mocassini neri completavano, per dirla alla Latina, l' horribile visu. Certo, ho trovato anche i non felici scontrini delle farmacie e di qualche ristornate dove ero andato da solo in un momento di sconforto. Ma ormai i brutti ricordi, anche se ci sono ancora, si confondono e svaniscono nel vortice di bei ricordi in cui ora mi adagio nostalgico. E ancora una volta ripeto che l'Erasmus è stata di sicuro l'esperienza migliore che abbia mai fatto. L'ultimo scontrino è quello di Praktiker, l'equivalente rumeno di Brico. Qui comprammo gli scatoloni dove stipare tutta la roba di Jovy in attesa del trasloco alla nuova casa. Chiudere quelli scatoloni fu chiudere un grosso capitolo ma allo stesso tempo aprirne un altro. E fra poco sarò di nuovo a Iasi, e ritroverò il mio scatolone dove ho lasciato un po' di roba (fra cui il mio inseparabile amico martello). E sarò contentissimo, lo sono già da ora, di tornare nella bella Iasi e riabbracciare Jovy e salutare tutti gli amici. Non vedo l'ora. Il mio unico rammarico è che, questa volta, l'università non mi rimborserà gli scontrini!




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