martedì 1 gennaio 2013

Per un anno di ordinaria violenza

Tanta gente pensa: “Chissà quale sarà la prima cosa rilevante che farò nel nuovo anno, il primo aneddoto importante del 2013 che poi verrà sempre raccontato e ricordato.”
Per molti, questo avvenimento deve ancora concretizzarsi. A me, invece, è già accaduto un paio d’ore dopo la fatidica mezzanotte. Ma andiamo con ordine.
Sono tornato dieci giorni fa dalla Romania e nemmeno il tempo di salutare tutti che già dovrò ripartire. Al mio arrivo a Foggia mi hanno accolto festosi gli amici sotto casa “armati” di cannoni spara coriandoli. Poi ho partecipato a feste e incontri dove ho narrato le mie mirabolanti avventure oltre i Carpazi, e alla fine è arrivata la notte di San Silvestro.
Quest’anno siamo andati nella casa di campagna di un nostro amico. Un’atmosfera idilliaca e oserei dire bucolica fra un bel cielo stellato con la luna piena, un caldo fuoco ardente, e un antico silenzio di tanto in tanto rotto dal verso di qualche animale da fattoria o da un uccello notturno. Niente lasciava presagire che questo sarebbe diventato l’anno all’insegna della violenza. Infatti l’antico adagio recita: chi X a capodanno, X tutto l’anno. Dove X = predicato verbale. Ergo, un gesto violento a capodanno porta a un intero anno in stile Arancia Meccanica. Ed ecco il punto incriminato. La maggior parte degli amici era ad arrostire la carne in cortile. Nella stanza al secondo piano dove festeggiavamo eravamo rimasti solo in quattro: oltre al sottoscritto c’erano il filosofo, l’amica che conosco dai tempi dell’asilo e la ragazza più diabolica di tutta la facoltà di Medicina. A un certo momento si aggiunge alla chiacchierata anche un’enorme falena che inizia a ronzare intorno alla lampadina, proprio sopra la mia testa. Io mantengo il mio caratteristico aplomb inglese, mentre l’amica diabolica incita animosamente a prendere un’iniziativa. L’altra ragazza apre la porta, ma la falena non se ne accorge nemmeno. Così, come Stefan cel Mare nella battaglia di Vaslui, passo al contrattacco: prendo un vassoio e inizio ad agitarlo molto lentamente e in modo quasi impercettibile vicino a questo mostro alato, fra lo sgomento dei miei amici che volevano un’azione più risoluta. Ma, come insegna proprio Stefan cel Mare, bisogna aspettare il momento giusto per sferrare l’attacco decisivo, e così, appena la falena si allontana un po’ da vicino la lampadina, le sferro una vassoiata in testa, si ode un rumore sordo e il fastidioso lepidottero scompare. La cerchiamo, ma niente. Così decidiamo di pulire il tavolo e, mentre l’amica diabolica toglie i piatti (per fortuna di plastica) lancia un urlo e tutti i piatti all’aria. La falena era lì, stecchita, nel tappo della maionese.
Quando poco dopo scendiamo al piano di sotto, i tre testimoni iniziano a raccontare questo fatto a tutti. E allora, se il mio primo atto del 2013 è stato di tale brutalità, chissà quanta altra violenza ci sarà nei prossimi 364 giorni. Abitanti di Iasi vi avverto: fra una settimana tornerà il vostro incubo peggiore!  

3 commenti:

  1. Ahahahahahah piango!!! XD povera falenuccia io cercavo di farla volare via e tu zitto zitto l'hai stecchita! quanta violenza ci aspetta quest'anno, poveri insetti rumeni!tremate! =P =P by la cara amica dell'asilo

    RispondiElimina
  2. Eh cara amica dell'asilo, purtroppo la mia ferocia ha prevalso sulla tua bontà... Poveri invertebrati moldavi, triste destino li attende! :D

    RispondiElimina
  3. sei veramente un assassino!!! ma si può avere rabbia contro una innocua falena?! :D beh però metti ke vi trasformava in faleni mannari, sarebbe stato brutto per te tornare nella terra dei vampiri e dover combattere contro le altre creature della notte :D

    RispondiElimina